Qualche settimana fa sono stata al Vinitaly, fiera di Verona che oramai richiama amatori di vino da tutto il mondo. Che tu sia un esperto, un novello, un master o un sommelier, di certo non si può non fare una capatina a quello che oramai è diventato un appuntamento annuale imperdibile. Beh girando tra i vari padiglioni di questa fiera che vi garantisco essere gigante, ho avuto modo di fare un’esperienza davvero unica!
Come vi dicevo però oltre a questo mini corso di avvicinamento al vino ho potuto verificare di persona quanto il Consorzio di tutela dell’Asti abbia dato un tocco glamour a questo vitigno nobilissimo che in genere si sposa con i dessert e i dolci in generale ma è talmente speciale che è possibile abbinarlo a tutto.
Immaginate di avere su un tavolo più di trenta bicchieri con trenta diverse sostanze odorose. Bene ora immaginate di dover cogliere all’interno di ciò che state degustando quante più di queste sostanze. Al naso, ho subito scorto pesca, albicocca, neroli, fiori d’arancio, ma grazie poi alla mia guida esperta sono riuscita in effetti ad andare più giù, nel profondo e scorgere note per me sconosciute.
L’Asti è conosciuto davvero in tutto il mondo
Di certo questo vino ha un gran fascino, il suo sapore è unico, così come i suo colore in quanto le bollicine derivano da uve che maturano nelle vigne abbarbicate sui colli di Langa e Monferrato.
È inoltre un vino decisamente unico in quanto mette insieme – altra peculiarità del Consorzio – grandi aziende e piccoli produttori e si sa, l’unione fa sempre la forza! Come ho modo di ascoltare da chi questa terra la conosce e la ama moltissimo, questa terra emersa dai mari durante la Preistoria è diventata per mano dell’uomo un gioiello di architettura rurale nel cuore del Piemonte, oggi Patrimonio dell’Unesco. Ma è inoltre anche un modello di economia applicata all’enologia di qualità, svolto dal Consorzio di tutela anche per la promozione nel mondo.
Oggi questo tesoro è fatto da quasi 4000 viticoltori nei territori dei 52 Comuni delle province di Asti, Alessandria e Cuneo compresi nel disciplinare della Docg, con una produzione di quasi 90 milioni di bottiglie e esportazioni in tutto il mondo, dagli Usa alla Germania, passando per il Nord Europa e la Russia per arrivare fino all’Estremo Oriente.
Dulcis in fundo? Ho mangiato un delizioso gelato all’Asti.. ma un gelato questo davvero speciale! Perché fatto con la tecnica del roll-on ideato da Diego
Bongiovanni (chef astigiano emergente – originario di Motta di Costigliole –
noto a sua volta per numerose apparizioni televisive) con ingredienti sulla
base delle tre denominazioni della Docg Asti che l’ha preparato davanti ai miei occhi. Davvero notevole!
Tappa piacevolissima, appuntamento da rifare assolutamente il prossimo anno, o magari, andare in visita proprio in quella zona che non ho mai visitato.
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