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A Rofrano un pomodorino giallo lancia una sfida

A Rofrano è rinato il pomodorino giallo e va ad arricchire la biodiversità del Parco Nazionale del Cilento – Vallo di Diano e Alburni.

La conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Mainenti sede dell’Ente Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni è stata di certo corale, professori e contadini, agronomi e pizzaioli si sono alternati nel raccontare quanto orgoglio c’è dietro questo prodotto riscoperto e rivoluto con grandi sforzi.

Tra i vari interventi che si sono susseguiti alcuni sono stati pungenti e precisi. Paolo Ruggero, presidente Danicoop, dall’alto della sua esperienza tende a sottolineare come non serva assolutamente avere un terzo figlio per dedicarsi alla terra, quanto piuttosto braccia forti e con buona volontà.

pomodorino di Rofrano

Enzo Coccia, maestro pizzaiolo de La notizia, definendosi uomo curioso, racconta di come il pomodoro sia un simbolo ed il Cilento stesso sia l’ombelico della dieta mediterranea. Egli in quanto nominato dal ministero come esperto della pizza napoletana nel mondo viaggia molto, ma i suoi viaggi si concludono con la consapevolezza di quando la sua terra sia davvero preziosa come clima e come qualità di vita. Questo pomodoro, dice, è un atto politico e sociale perché riscatto di questa terra e perché il mondo deve essere educato ai prodotti italiani e campani. Il San Marzano è stato il prodotto più contraffatto al mondo. Ovviamente Coccia non sa quanto riscontro avrà ma quello che sta avvenendo qui oggi è un sogno e vuol provare ad aumentare il FIL: FELICITÀ INTERNA LORDA.

Il Professore Frusciante afferma che sebbene il pomodoro sia stato importato dalle Americhe si è adattato benissimo per il terreno fertile è solido di questa terra, aggiunge inoltre che solo la specifica del prodotto dà proprio quel tipo prodotto e non si può coltivare altrove. Secondo lui per valorizzare questo prodotto si potrebbe invitare la gente in queste aree a far conoscere anche il territorio in modo che si conosca la nicchia di appartenenza. Gianluca Iovine, agronomo, invece dice che è necessario fare filiera e non si può raggiungere il successo all’improvviso senza sperimentare bisogna costruire una strategia tale che il messaggio arrivi alle orecchie dicendo che questo pomodoro è speciale perché di Rofrano. Se pizzaioli e chef sono qui è perché fanno ricerca di prodotto. Il successo di questo prodotto deve essere frutto di una precisa strategia.

L’incontro, attraverso immagini e testimonianze dirette, ha raccontato quindi il percorso di recupero di un prodotto che sembrava scomparso e che ora invece è stato reinserito nell’elenco della biodiversità campana, come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT), grazie a un esempio di sinergia tra privati, enti locali e dinamiche realtà del territorio che ne hanno fermato l’inesorabile estinzione.

Fruitori  finali di questa meraviglia sono di certo pizzaioli e ristorati, a loro il compito di far conoscere al grande pubblico questo pomodorino giallo. A crederci ciecamente sono i giovani  fondatori di DaZero, Giuseppe Boccia, Paolo De Simone  Carmine Mainenti, che seguendo la propria filosofia di valorizzazione e recupero delle eccellenze del Cilento, hanno provato il pomodorino e iniziato a lavorare su nuove pizze che hanno offerto ai giornalisti a fine convegno, alcune di queste ideate a 4 mani con lo stesso Coccia.

 

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