Quando vado in un posto, soprattutto se sconosciuto, i primi 10 secondi sono per me fondamentali. Come l’incipit di un libro o le prime scene di uno spot pubblicitario. E da Ciro Pellone, credetemi, i primi dieci secondi sono stati fantastici, superando la mia personale prova! Mani che stringono, sorrisi grandi, occhi che brillano.
Ecco io questo voglio trovare quando vado in un posto nuovo. Ho bisogno di cogliere il calore oltre che nei piatti anche in chi li fa quei piatti. Lunedì grasso, (come se gli altri giorni vivessi solo di insalata) ho avuto modo di partecipare all’evento organizzato dalla giornalista Laura Gambacorta che ha visto l’unione di un’ottima pizza, quella appunto di Ciro Pellone a Fuorigrotta (a due passi dallo Stadio San Paolo), con il soffritto della famiglia Pastore che ho avevo già avuto modo di conoscere e provare la bontà delle loro carni.
Qualora vi chiedeste se l’abbinamento sia too much, vi dico subito no, non lo è stato per niente! Tanti anni fa, quando c’era Maradona, Ciro sfornava pizze a portafoglio che andavano a ruba tra i tifosi, mentre oggi i figli Marco e Antonio, grazie anche ad un locale più grande danno vita a una proposta decisamente interessante, che segue sì la tradizione ma si lancia anche verso nuove sfide di gusto.
Spettacolare a mio avviso è il colpo d’occhio dato dai piatti realizzati a mano dalla Ceramica Vietrese di Massimino, che di certo andrò a trovare perché me ne sono innamorata letteralmente!
La serata da Ciro Pellone è stata decisamente ricca!
Ad aprire le danze ci pensa zia Patrizia che ci offre delle montanarine con mortadella e zeste di limone, perfettamente asciutte, così come lo sarà anche il crocchè di patate (spettacolare) e la montanara con ricotta e pomodori secchi. E se questo è solo l’inizio immaginatevi il resto!
Sulle tavole dei blogger e dei giornalisti, riuniti per l’occasione arrivano la classica Margherita, con S. Marzano Dop – di Gustarosso – e una “carrettiera” con salsicce (fornite dalla famiglia Pastore), friarielli e provola, ottimale nel bilanciamento tra piccante e amaro: cottura perfetta di quest’ultima e impasto con giusta idratazione la rendono una delle mie favorite della serata.
A tavola troviamo, per chi volesse arricchire con un tocco in più il proprio trancio, l’olio è quello pugliese del Frantoio Schinosa di Maria Francesca Di Martino, sempre eccellente.
Ma come nei migliori film è la scena finale a rendere la storia indimenticabile.
Quando arriva il calzone con soffritto e provola (che troverete nel menù sotto il nome di Don Mimì) al quale non avrei rinunciato mai, resto davvero piacevolmente colpita: il soffritto nel fritto non è per nulla pesante, anche se dopo aver mangiato e bevuto tanto (ottime le birre del Birrificio dell’Aspide) è stato davvero coraggioso mangiare anche quest’ultima proposta, e avrei preferito forse mangiarla con tutta la fame del caso.
Ma visto che only the brave è uno dei mie motti preferiti, non ho lasciato nemmeno una briciola anche del favoloso dolce creato da Mario Di Costanzo, che ci ha deliziato con una mousse al pepe nero e fondente con cremoso al mandarino e cardamono, e streusel al cacao (abbinato al Karma Luppolo Amaro).
Se volete andarci Ciro Pellone vi aspetta in
80126 Napoli
No Comments